Contributi

  UN UOMO DI NOME GESÙ

I
n questo inverno, umido e piovigginoso , si ripete, come per miracolo, quell’atto di fede che e’ la nascita di Gesu’. Anche oggi, come tanti secoli fa, una stella cometa risplende nel cielo, come per indicare la strada; una via che si e’ perduta negli anni, fino ai giorni d’oggi, illuminati da qualche razzo impazzito che, in una delle tanti guerre assurde, colpisce alla cieca donne e bambini innocenti.
Gesu’ nasce in mezzo a noi, in mezzo ad un mercato pieno di gente, in una scuola
bombardata, in una strada frequentata da persone ignare; nasce, ed il suo pianto lava via tutti i peccati del mondo. E mentre diventa adulto, offre la sua vita all'Umanita’ che, indifferente, si volge da un’altra parte. Lui, che potrebbe essere divino ,diventa per noi Uomo, venendo alla luce al freddo e poi morendo su una croce che da secoli trascina senza che nessuno la sollevi.
e poi, come un albero che allunga i suoi rami verso l'alto, tende le braccia al cielo, regalandoci il suo ultimo abbraccio prima della morte.
E da quella morte nasce la Vita.
 
 
Rita Torsellini     
   
 
           Mario Luzi, Epifania  
  Notte, la notte d ‘ansia e di vertigine
quando nel vento a fiotti interstellare,
acre, il tempo finito sgrana i germi
del nuovo, dell’intatto, e a te che vai
persona semiviva tra due gorghi
tra passato e avvenire giunge al cuore
la freccia dell’anno … e all’improvviso
la fiamma della vita vacilla nella mente.
Chi spinge muli su per la montagna
tra le schegge di pietra e le cataste
si turba per un fremito che sente
ch’è un fremito di morte e di speranza
.
  In una notte come questa,
in una notte come questa l’anima,
mia compagna fedele inavvertita
nelle ore medie
nei giorni interni grigi delle annate,
levatasi fiuto’ la notte tumida
di semi che morivano, di grani
che scoppiavano, ravviso’ stupita
i fuochi in lontananza dei bivacchi
piu’ vividi che astri. Disse: è l’ora.
Ci mettemmo in cammino a passo rapido,
per via ci unimmo a gente strana.
 
Ed ecco
Il convoglio sulle dune dei Magi
muovere al passo dei cammelli verso
la Cuna. Ci fu ressa di fiaccole, di voci.
Vidi gli ultimi d’una retroguardia frettolosa.
E tutto passo’ via tra molto popolo
e gran polvere. Gran polvere.
Chi andò, chi reco’ doni
o riposa o se vigila non teme
questo vento di mutazione:
tende le mani ferme sulla fiamma,
sorride dal sicuro
d’una razza di longevi.
Non più tardi di ieri, ancora oggi.

 
tratto da: "Tutte le poesie"
edizione Garzanti - Gli elefanti