UNA PORTA DOPO IL GIUBILEO
Omaggio a Don Andrea Gallo ed Oriana Fallaci
Contributi

La lettera con cui il Santo Padre invia la Sua benedizione all’evento

vaticano

    Gentile Signora.
Con stimata lettera del 21 marzo corrente, e relativi allegati, Ella, anche a nome di codesto Centro di Cultura, ha voluto indirizzare al Santo Padre Francesco espressioni di devoto ossequio e, informandoLo circa una particolare iniziativa denominata “Una porta dopo il Giubileo“, ha chiesto un segno della Sua vicinanza spirituale.
    Sua Santità, a mio mezzo, desidera ringraziarLa per il confidente gesto e per i sentimenti di filiale venerazione che l’hanno suggerito e, mentre formula ogni buon auspicio, affinché le intenzioni che ispirano le attività di promozione artistica e culturale del Sodalizio possano essere ben accolte da quanti ne traggono beneficio, assicura il Suo ricordo nella preghiera e volentieri invia la Sua Benedizione.
                                                                               Con sensi di distinta stima

Mons. Paolo Borgia
Assessore

 

Presentazione

L’arte è una forma di creatività e di espressione che non ha confini e, attraverso i suoi messaggi, unisce le persone di tutto il mondo.
Fin dall’antichità essa esprime l’amore in tutte le sue forme, la gioia di vivere ed il desiderio di riprodurre ciò che si vede, sempre pronta a prendere dal passato fondamentali insegnamenti di libertà per guardare al futuro con maggiore determinazione e consapevolezza.
Chi vuole colpire al cuore un popolo lo fa attraverso la distruzione del suo patrimonio artistico, dei suoi importanti monumenti o siti storici , con l’intenzione di annientarne le radici, la storia, l’identità in modo da cancellarne la memoria.
Questa mostra sottolinea il ruolo dell’arte attraverso la pittura, la scultura, la grafica, la poesia e, ispirandosi ai temi del Giubileo 2016, ci vuole trasmettere la misericordia , la fratellanza e la pace, valori di cui abbiamo un estremo bisogno.
Temi che il Santo Padre ha voluto affrontare aprendo le Porte Sante ai pellegrini per l’indulgenza, percorso che per la prima volta Papa Francesco ha voluto decentrare in tutte le cattedrali del mondo, con una decisione del tutto inedita, dando la possibilità ad ogni diocesi di aprire la loro Porta Santa e creare un momento di unità fra i popoli.
Ringraziamo l’Associazione Centro di Cultura Toscana Arte che opera nel campo della cultura, per aver scelto il nostro Quartiere come sede di questa mostra, e gli artisti che hanno messo a disposizione le loro opere, permettendoci così di diffondere ai nostri cittadini questi principi fondamentali.

Il Presidente Quartiere 3
Dott. Alfredo Esposito
La Pres. Comm. Pol. Culturali
Liliana Fusi

Una porta dopo il Giubileo

Ho sempre pensato che l’ arte, fin dai tempi di Giotto e dei suoi meravigliosi affreschi, avvicinasse la gente, e che fosse un mezzo per trasmettere la fede e giungere alla pace ed all’ amore di Dio. Chi guarda non dimentica ed anche i bambini che entrano nelle Chiese, vedono tutto questo, pongono domande. E ciò è molto importante per le generazioni future.
Quando Papa Francesco ha aperto la Prima Porta Santa per il Giubileo della Misericordia, ha spalancato con essa le porte di tutte le Chiese del mondo, lasciando passare, attraverso, una umanità smarrita in cerca di amore e di speranza.
Oggi si presenta anche a noi l’ occasione di aprire una porta, di poter esporre, con la collaborazione del Comune di Firenze, e del Consiglio di Quartiere 3, con una mostra di artisti dal titolo “ Una porta dopo il Giubileo “, rendendo omaggio a Don Andrea Gallo, prete degli emarginati, degli ultimi, scomparso nel 2013 a Genova nella sua comunita’ di San Benedetto al Porto e quasi in antitesi ma solo in apparenza, ad Oriana Fallaci, donna coraggiosa, giornalista, ateo- cristiana ( come si definiva ) che volle incontrare Papa Ratzinger, che divenne amica di Monsignor Fisichella, e che prima di morire volle tornare nella sua Firenze a sentire di nuovo il suono delle campane di Santa Maria del Fiore.
Gli artisti sono solo un mezzo, un tramite fra l’Uomo e Dio, ma possono esprimere con le loro opere la grandezza del Signore.
Un quadro in particolare, ”La Madonna Nera”, mostra come Padre Massimiliano Kolbe, che ha sacrificato la propria vita ad Auschwitz per un’altra persona, accetti le corone della purezza e del martirio con un atto di amore che mai, come oggi, risulta così vivo.
“Una porta dopo il Giubileo” vuol essere un incitamento a continuare un percorso già tracciato, vuol mostrare che il messaggio inviato da Sua Santità non si è concluso, anzi, è appena iniziato

Centro di Cultura Toscana Arte
(Rita Torsellini)

Pane al pane e vino al vino

Guai all’uomo solo, ammonisce la Bibbia.
E guai all’ artista solo, si potrebbe parafrasare. Nonostante la loro personalità, anzi nonostante il loro personalismo, per non dire addirittura il loro individualismo, anche gli artisti sono uomini e quindi animali sociali, che han sempre ricercato una certa forma di convivenza.
Dalle Corporazioni trecentesche alle Compagnie cinquecentesche, dal Brieve dei pittori senesi allo statuto dei Paiolanti fiorentini, dall’Accademia di San Luca alla Società Artistica, tutti i secoli han veduto gli artisti riunirsi ed associarsi.
Anche i più ribelli ed apparentemente più asociali sentirono il bisogno di fare comunella e di formare gruppo, dagli Impressionisti agli Scapigliati, dai Macchiaioli ai Chiaristi. Negate le Accademie si formavano le Scuole, da quella di Barbizon a quella di Resina, nè mancarono i Manifesti , da quello Futurista del Marinetti a quello “Blanco” del Fontana.
Disertati (apparentemente ) i Musei vennero frequentati i Caffè, da quello Michelangiolo a quello delle Giubbe Rosse, da quello dell’ Ussero di Pisa, a quello Bardi di Livorno, e Borri dei Macchiaioli a Pistoia, oggi al Globo. In ogni paese e in ogni momento anche gli artisti si ricercarono per affinità, si riunirono per necessita’, formavano gruppo, per non dire comunella.
E un nuovo Gruppo è sorto nei nostri giorni, denominato “Toscana Arte“, di artisti i quali non han voluto issare un nuovo vessillo, proclamando un nuovo credo estetico. Si sono soltanto riconosciuti sotto il cielo della Toscana, che in fatto di arte non è una regione e neppure un continente, ma un mondo intero.
Sotto la denominazione Toscana essi han voluto garantire una genuinità di prodotti, simili a quelli che si ottengono dalla vite e dall’olivo. Non sono apprezzati intrugli teorici o sofisticazioni dottrinali. “Pane al pane e vino al vino”. Potrebbe essere questo il motto degli artisti raggruppati nella “Toscana Arte”. Ma perché la formula non sembri addirittura utilitaria,viene riconosciuta da questi artisti toscani anche la legittimità del cipresso, pianta di pura e quasi metafisica bellezza, solenne presenza nel paesaggio anche più modesto, emblema e suggello d’una poesia di sublime disinteresse.
Ed e’ proprio in virtù di questa insopprimibile poesia che l’arte toscana ha sempre superato il provincialismo e il regionalismo, per toccare le sfere dell’universale.

Piero Bargellini

La Collina

Torrida Atene a luglio,
cosparsa di aghi d’Aleppo.
Filopappo profuma la città lezza.
Pascione negate a uomini e donne,
tra le colonne di Efesto.
Sognavano il frutto della libertà.

Il metallo eterno non riflette il sole dentro la prigionia,
sofferenza del maestro del non sapere.
Massima pena per il tradimento.
Il martirio più grande.

Sulla tavola reale vedo carni di ogni razza,
alterati i sensi da mani sanguinanti.

Erano le mani  del vicino a vestire  le strane creature.

Si spengono gli sguardi e le balcaniche voci,
Non compro e così chiude il mercato del disprezzo


Gianmario Marica

Dedicata a tutti i professionisti, volontari
ed a tutte le famiglie che aprono le loro porte
fatte di umanità, sia spirituale che materiale.

 

 
 
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