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La lettera con cui il Santo Padre invia la Sua benedizione all’evento

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    Gentile Signora.
Con stimata lettera del 22 maggio scorso, Ella, anche a nome di codesto “Centro di Cultura Toscana Arte”, ha voluto indirizzare a Sua Santità Papa Francesco espressioni di devoto ossequio e, informandoLo circa una particolare inizitiva denominata “In nome della pace”, ha chiesto un segno della Sua vicinanza spirituale.
   Il Santo Padre ringrazia per il cortese gesto e per i sentimenti di filiale venerazione che l’hanno suggerito e, mentre chiede di pregare per la Sua persona e per il Suo servizio alla Chiesa, auspica ogni desiderato bene per una felice riuscita delle attività artistiche e culturali dell’Associazione
e, assicurando il Suo ricordo nella preghiera, volentieri invia il Suo beneaugurante saluto.

                                                                               Con sensi di distinta stima

Mons. Paolo Borgia
Assessore

 

Presentazioni

Gentile Signora Torsellini, ho letto con interesse la sua proposta di organizzare una Mostra d’Arte “in nome della pace” in collaborazione con il Quartiere 2 legandola, in qualche modo, al “Primo Convegno Internazionale per la civiltà e la pace cristiane” organizzato dal Sindaco Giorgio La Pira nel 1952.
Apprezzo molto la sua iniziativa che, considerando i rischi di nuove guerre che ogni giorno si presentano alla nostra attenzione, potrà sicuramente contribuire a sollecitare le coscienze di quanti parteciperanno o visiteranno la mostra. L’arte è cultura pura e può avere effetti preziosi non solo per coloro che l’esercitano ma anche per coloro che avranno modo di conoscerla attraverso la mostra.
Proprio per l’importanza che la mostra può avere suggerisco di evitare il semplice messaggio della Fondazione e propongo di pubblicare invece una parte del discorso che fece La Pira per l’inaugurazione del Convegno e che allego alla presente. Propongo anche, qualora la mia proposta venga accolta, di unire alle parole del Sindaco di allora una poesia che Mario Luzi ha dedicato al suo amico La Pira e che bene si colloca nelle vostre intenzioni.
Grazie e buon lavoro.

Mario Primicerio

“Carissima Rita Torsellini, complimenti per la mostra in preparazione. Ringrazio il buon Dio che ha donato i talenti a tutti. Avete ricevuto un talento speciale dell’arte. L’arte colpisce gli occhi e rallegra il cuore e la mente. Il linguaggio dell’arte è un linguaggio potente. Vi mando un saluto speciale dall’India, terra della bellezza dell’Arte.

Rev. Dr. Abraham Kavalakatt

Da sempre l’ Arte è sinonimo di pace, avvicinando popoli diversi con un linguaggio comune ed universale. Artisti come Cimabue e Giotto hanno espresso l’amore per Dio affrescando Chiese e dando a tutti la possibilità di avvicinarsi alla Fede. Anche oggi, guardando queste opere, ci sentiamo invasi da un senso di pace, come se fosse stato creato un ponte fra noi ed il Divino, un ponte che si stende dal passato e che unisce pittori, scultori, e poeti di ieri a quelli di oggi e la loro unione diventa una forza difficile da contrastare. In questa nostra bella Firenze, che vide la nascita del “Primo Convegno Internazionale per la Civiltà e la Pace Cristiane “ indetto dal Sindaco Giorgio La Pira, l’Esposizione “ In nome della Pace “, vuol esprimere tutto questo con opere di artisti diversi ed altrettanto diverse, ma uguali nell’ intento. Quello di accomunare tutti noi.

Rita Torsellini
Centro di Cultura Toscana Arte

 

 

“Ed eccoci ora alla terza domanda: perché Firenze promotrice e sede di questo concilio che vive nell’orbita universale del cristianesimo? La risposta a me – Sindaco di Firenze – pare tanto evidente: perché? Ma perché Firenze è, direi, quasi strutturalmente proporzionata a questo compito di unificazione e di pace nel mondo delle nazioni cristiane. L’atto di pace e di unificazione del 6 luglio 1439 fra la Chiesa di Occidente e la Chiesa di Oriente che abbiamo stamattina rievocato con la celebrazione religiosa di Santa Maria del Fiore è quasi il documento e la testimonianza di questa proporzione. Anche allora la Signoria di Firenze si fece promotrice di pace e unità. Essa mandò una ambasceria all’Imperatore di Oriente ed al Pontefice – che si trovavano a Ferrara e che non erano ancora riusciti a trovare il punto di incontro e di pacificazione – invitandoli a venire a Firenze quasi per trovare in essa il luogo propizio della unità e della pace: “… se si trattasse apresso la Sua Serenità o altrove, de elegere terzo luogo per reductione de concilio, aiuterete la materia che si dirizino a Firenze, allegando la sicurtà et la libertà de la cità nostra, l’abondanza, la grandezza et la bellezza et comodità degli edifici; et se fusse chi dicesse de la moria, risponderete esser finita e tutti i cittadini esser tornati in città”. Imperatore e Pontefice accettarono l’invito di Firenze e la pace, altrove non raggiunta, fu qui solennemente conclusa e solennemente proclamata. Fa viva impressione allo spirito vedere quel prezioso documento – con tanto amore qui a Firenze, alla Laurenziana, custodito – che reca le firme del Pontefice Eugenio IV, dell’Imperatore Giovanni Paleologo e, fra le altre, quella di Isidoro, Arcivescovo di Kiev, Metropolita di tutte le Russie. Come allora, anche oggi, Firenze dice alle nazioni tutte che compongono il corpo solidale dell’unica famiglia umana, nazioni di occidente e di oriente, nazioni tutte generate dall’unica radice dell’evangelo - Venite a Firenze per ricomporre fra di voi, nell’orbita salutare ed universale del cristianesimo da cui derivate, la pace vera e la vera durevole verità. Non solo: oltre a questo titolo storico, così significativo, altri titoli possiede Firenze a legittimare la sua iniziativa di pace e di unità: titoli teoretici, titoli artistici, titoli teologici. I primi si incontrano nella dottrina politica di Dante che nel De Monarchia (1,4) chiaramente indica il fine ultimo di tutta la strutturazione politica del mondo. Pax universalis est optimum corum quae ad nostram beatitudinem ordinantur. I secondi si incontrano in quella misteriosa ma reale e permanente capacità di attrattiva che Firenze esercita su tutte le genti: città essenzialmente di pace e contemplazione civica requiei meae: essa rappresenta nel sistema organico della civiltà cristiana ed umana come una delicata clausura dentro le cui mura si custodisce una bellezza che pacifica e che rasserena. I terzi si incontrano in quella solenne proclamazione di Cristo re ufficialmente avvenuta in questa meravigliosa sala dei Cinquecento nella seduta del Consiglio Maggiore del 9 Febbraio del 1528. Cristo Re, Il Principe della Pace, l’amico, il fratello ed il redentore degli uomini, colui nel quale il cielo e la terra si unificano: nel quale tutte le cose e tutti gli uomini e tutte le nazioni si ricapitolano: nel quale ogni cosa ed ogni valore trova solidità e permanenza: nel quale è riposta davvero la speranza, la pace e la gioia di tutti. Ecco perché Firenze presenta tutti i titoli che la legittimano a farsi promotrice e sede di questo convegno internazionale per la pace e la civiltà cristiana. (……) Questo convegno è un “fatto” il cui valore potrà essere misurato solo nel tempo: un “fatto” che inserisce una speranza nuova, un elemento nuovo, nella complessa dialettica del mondo presente: come se un misterioso soffio di grazia uscito dal cuore del redentore, si partisse da Firenze per portare a tutti i popoli quelle foglie preziose di cui sono ricchi gli alberi della Gerusalemme Celeste e che sono destinate a recare a tutte le nazioni la guarigione e la pace”.

(testo estratto dal discorso del Sindaco di Firenze Giorgio La Pira
del 24 giugno 1952)

 

Artisti per la Pace

L’Arte è sempre stata simbolo di Pace. Con le sue espressioni ha abbattuto barriere insormontabili, ha avvicinato popoli di lingue, religioni e costumi diversi; Ed è per questo che uomini di guerra hanno sempre tentato di distruggerla, di eliminare tutto ciò che è bello e che rappresenta l’ Umanità, cercando di toglierne l’ identità. Hanno cancellato opere millenarie pensando di annientare l’ essere umano, ma non ci sono riusciti perché altrettanti artisti, che lo rappresentano, hanno manifestato i loro pensieri traducendoli in sculture, pitture, poesie. E questa Mostra vuol riunire tutti in nome della Pace, sotto il cielo di Firenze, che ne è il simbolo, per poter accedere a quei valori universali che tutti noi vogliamo difendere.

Il Presidente del Quartiere 2 Dott.Michele Pierguidi
La Segr. Del Pres. Quartiere 2 Vilma Tanzi

Descrivere la Pace

Emozionante descrivere la pace, uno dei sentimenti umani più condivisi e condivisibili, eppure allo stesso tempo più disatteso e tradito, visto che il mondo da quando gli esseri umani popolano la terra, non credo abbia mai conosciuto la pace. Ancora più emozionante quindi celebrare una mostra d’arte ispirata alla pace che viene espressa, ed invocata, da artisti di livello anche museale, attraverso le loro opere cosi piene di colore. E che finalmente il colore, o meglio, i colori della pace che poi altro non sono che il meraviglioso arcobaleno che accompagna nel cielo il sole dopo la pioggia, possano dissipare, anche se solo il tempo di questa mostra, il bianco e nero della guerra. Che la bellezza dell’arte scacci dai nostri cuori le brutture delle nostre anime. Buona mostra a tutte/i

Luca Monti
Critico d’Arte

Pane al pane e vino al vino

Guai all’uomo solo, ammonisce la Bibbia.
E guai all’ artista solo, si potrebbe parafrasare. Nonostante la loro personalità, anzi nonostante il loro personalismo, per non dire addirittura il loro individualismo, anche gli artisti sono uomini e quindi animali sociali, che han sempre ricercato una certa forma di convivenza.
Dalle Corporazioni trecentesche alle Compagnie cinquecentesche, dal Brieve dei pittori senesi allo statuto dei Paiolanti fiorentini, dall’Accademia di San Luca alla Società Artistica, tutti i secoli han veduto gli artisti riunirsi ed associarsi.
Anche i più ribelli ed apparentemente più asociali sentirono il bisogno di fare comunella e di formare gruppo, dagli Impressionisti agli Scapigliati, dai Macchiaioli ai Chiaristi. Negate le Accademie si formavano le Scuole, da quella di Barbizon a quella di Resina, nè mancarono i Manifesti , da quello Futurista del Marinetti a quello “Blanco” del Fontana.
Disertati (apparentemente ) i Musei vennero frequentati i Caffè, da quello Michelangiolo a quello delle Giubbe Rosse, da quello dell’ Ussero di Pisa, a quello Bardi di Livorno, e Borri dei Macchiaioli a Pistoia, oggi al Globo. In ogni paese e in ogni momento anche gli artisti si ricercarono per affinità, si riunirono per necessita’, formavano gruppo, per non dire comunella.
E un nuovo Gruppo è sorto nei nostri giorni, denominato “Toscana Arte“, di artisti i quali non han voluto issare un nuovo vessillo, proclamando un nuovo credo estetico. Si sono soltanto riconosciuti sotto il cielo della Toscana, che in fatto di arte non è una regione e neppure un continente, ma un mondo intero.
Sotto la denominazione Toscana essi han voluto garantire una genuinità di prodotti, simili a quelli che si ottengono dalla vite e dall’olivo. Non sono apprezzati intrugli teorici o sofisticazioni dottrinali. “Pane al pane e vino al vino”. Potrebbe essere questo il motto degli artisti raggruppati nella “Toscana Arte”. Ma perché la formula non sembri addirittura utilitaria,viene riconosciuta da questi artisti toscani anche la legittimità del cipresso, pianta di pura e quasi metafisica bellezza, solenne presenza nel paesaggio anche più modesto, emblema e suggello d’una poesia di sublime disinteresse.
Ed e’ proprio in virtù di questa insopprimibile poesia che l’arte toscana ha sempre superato il provincialismo e il regionalismo, per toccare le sfere dell’universale.

Piero Bargellini

 

Massimiliano Kolbe: l’amore dà la pace

Credo che possa parlare di pace e che possa donarla solo chi l’ha sperimentata nel suo cuore. San Massimiliano Kolbe è uomo di pace a partire da quell’incontro con la Regina del cielo che si è presentata a lui all’età di 8 anni per proporgli la corona bianca e la corona rossa: un ideale di vita da realizzare nella fede e nel dono di sé. Egli le ha accolte e ha vissuto per conquistare a Dio, insieme a Maria, il cuore di ogni uomo. La sua battaglia è stata quella di lottare per vincere il Male con le forze del Bene, consapevole che la condottiera è lei, l’Immacolata vincitrice e debellatrice di tutte le eresie. Le armi che egli ha posto nelle nostre mani sono la spada del rosario e la pallottola della medaglia miracolosa, ma soprattutto una grande fiducia in Maria, tanto da accoglierla come Madre e affidarci a lei. Il movimento che Kolbe ha fondato, la Milizia dell’Immacolata, è vivo ancora oggi in ogni parte del mondo. Anche le Missionarie dell’Immacolata - Padre Kolbe sono nate dalla sua eredità. Massimiliano Kolbe è stato un instancabile “operatore di pace”. Ha proclamato il Vangelo della pace, della riconciliazione e della salvezza con la parola, le opere, la testimonianza e lo ha fatto servendosi con grande zelo e pionierismo dei nuovi mezzi di comunicazione sociale: la stampa, la radio e la televisione. Lasciati condurre nella pace è una delle sue celebri frasi. Le parole che scrisse dal Giappone nel 1936 possono riassumere il suo pensiero, il suo programma e il suo martirio: L’odio divide, separa e distrugge, mentre al contrario l’amore unisce, edifica e dà pace… Sì, l’amore dà pace! In nome di quell’amore Kolbe non è morto, ma si è offerto volontariamente ad Auschwitz, ha donato la sua vita, collaborando così all’opera della pace nei cuori, della vittoria del bene sul male. Egli aveva detto un giorno: Quando il fuoco dell’amore si accende non può trovare posto nei limiti del cuore, ma divampa, accende altri cuori… Il suo ideale mariano e missionario continua a dare la vita! Il mio augurio è che l’operatore di pace che è stato Massimiliano Kolbe accenda ancora oggi nel cuore di ognuno di noi il fuoco dell’amore, della missione e dell’impegno per vincere il male con il bene!

www.kolbemission.org
Enrichetta Petteruti


Siamo qui per questo

Ricordate? Levò alto i pensieri,
stellò forte la notte,
inastò le sue bandiere
di pace e d’amicizia
la città dagli ardenti desideri
che fu Firenze allora
Essere stata
nel sogno di La Pira
“la città posta sul monte”
forse ancora
la illumina, l’accende
del fuoco dei suoi antichi santi
e l’affligge, la rode,
nella sua dura carità il presente
di infamia, di sangue, di indifferenza
Non può essersi spento
o languire troppo a lungo
sotto le ceneri l’incendio.
Siamo qui per ravvivarne
col nostro alito le braci,
chè duri e si propaghi,
controfuoco alla vampa
devastatrice del mondo.
Siamo qui per questo. Stringiamoci la mano,
sugli spalti di pace, nel segno di San Miniato.


Mario Luzi

(l’originale è conservato presso la Fondazione Giorgio La Pira)

 

PACE

Pace!? non sappiamo ciò che non sappiamo, pace?!
Che strana vittoria è la morte,
madri e figli e tutti gli eroi.
Troneggia nelle piazze e nei rioni,
catecumenato dissacrante mal camuffato eroe
Il cielo si versa l’odio e il mare si cosparge di morte,
tra i vulcani accesi non allegri abbastanza.
Scrivere di pace nel viale battezzato imperiale?
Senza un emiciclo di verità nel reale?
Pace sinistra una Vittoria maldestra,
non si insegna, non si impara la storia?
La pace é il metabolismo umano,
dubbio sopra i tanti “Dio”?
La guerra,  sensi e mete,
più si contano e più si allungano i rosari.
Una guerra giusta per tanti DEI chiamati in causa,
Santa Pace Missione, trinità ostaggio di se stessa.
Rumori del loro silenzio,
mascotte tra gli anelli  i fuochi.
Colombaie sanguinanti,
dove la storia si sottomette alla geografia,
Stringi stringi e ancora nulla stringi,
un pugno di talleri e un giuramento.
Ma una terra senza passaporti non interessa,
Il dinaro dell’ attraversata,
poi la legge del quadrifoglio.
Lo stivale sembra l’unica scarpa,
Il settantadue sulla ruota della morte.
La pace e la guerra non si siedono in grembo,
la pace e Dio esploderanno di bene.
Finisce l’inchiostro
finisce la polvere,
termina il mio pensiero impreciso.
Sono ancora più i dubbi che le risposte,
per una pace che deve essere certezza.

Gianmario Marica

RINGRAZIAMENTI

Con la collaborazione del Comune di Firenze e del Consiglio di Quartiere 2
Si ringrazia il Dottor Michele Pierguidi, Presidente del Quartiere 2,
la Segretaria del Presidente del Quartiere 2 Vilma Tanzi,
la Presidente della Commissione Cultura del Quartiere 2, Dott.ssa Caterina Nannelli,
tutti i componenti della Commissione Cultura del Quartiere 2,
i dipendenti del Quartiere 2 e della Direzione Cultura del Comune di Firenze,
La Fondazione Giorgio La Pira, ,le Missionarie dell’Immacolata – Padre Kolbe,
Don Abraham Kavalakatt, Mons. Roberto Pacciani, Padre Roberto Tassi,
il Dottor Roberto Caini, Raggi Elia.
Paolo Torsellini, Maria Angela Monti, Luca Monti, Anna Sedelmayer e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa Manifestazione

Si ringrazia la Santa Sede e Sua Santità Papa Francesco, l’Arcidiocesi di Firenze

 
 
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