Il maestro Salvatore Cipolla, scomparso nel 2006, si è caratterizzato nelle sue opere nella declinazione, a tutto tondo, della propria capacità artistica, ottenuta dapprima attraverso l’assimiliazione visiva dei gesti artigianali del padre ceramista, ed in seguito dalla loro ripetizione, in forma autonoma e creativa. E veramente a tutto tondo, è stata la produzione artistica di Salvatore Cipolla, che nella sua lunga carriera si è cimentato, con ottimi risultati, in ogni disciplina, sconfinando persino nella medaglistica, tornando probabilmente, con una tecnica di nicchia quale la coniatura metallica, alle sensazioni che aveva provato da bambino, osservando il padre al lavoro nel proprio laboratorio artigiano.Come spesso succede nelle famiglie di artisti, possiamo, anche nel caso di Salvatore Cipolla, affermare che il figlio allievo, ha superato il padre maestro, come testimoniano le molteplici mostre cui ha partecipato in cinquant’anni (dal 1954, al 2004) sia collettive all’inizio, che personali dal 1960, in poi. Tuttavia, anche se Salvatore Cipolla, è artista da museo, nel vero senso della parola, poiché una sua scultura in ceramica, realizzata intorno all’età di dodici anni, quando studiava alla Scuola d’Arte di Comiso, come elaborato sul tema del Don Chisciotte, si trova in esposizione al Museo della Ceramica di Faenza, egli ha mantenuto fino alla sua morte, una sorta di umiltà artistica che probabilmente, è un retaggio della sua infanzia contrassegnata, appunto dalla sapienza e dalla fatica artigiane del padre. |